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Miseria e nobilta' nella storia della cucina napoletana |
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La grande tradizione gastronomica napoletana nasce per le continue e reciproche interferenze fra i tasti della cucina aristocratica delle corti delle numerose dinastie che hanno regnato in Città e di quella più semplice e genuina delle classi povere e popolari. Con l'intento di fornire ai lettori una rivisitazione dell'arte culinaria partenopea in un'ottica storico-socio-culturale. l'opera è stata divisa in due parti.
La prima parte "LA STORIA", inizia con "La Cucina di Trimalcione" (periodo Greco Romano) venticinque secoli fa e poi attraverso "La Cucina di Fiammetta" (il Medioevo), "La Cucina ciel Cerriglio" (dominazione Spagnola). "La Cucina della Cuccagna" (primi Re Borbone), "La Cucina d'o Rre Nuostò" (ultimi Borbone) ed arriva con `'La Cucina di Piedigrotta" ai giorni nostri. Per ognuna di queste epoche si accenna brevemente alla storia della Città e poi ai suoi cibi, le taverne ed i ristoranti. i grandi cuochi e la letteratura gastronomica.
La seconda parte "LA CUCINA", descrive i piatti caratteristici ancora oggi in uso: Le pcistasciutte (dai vermicelli "aglio ed oglio" alla frittata di "scamarro"). Le Minestre (dalla minestra "maritata" alla zuppa di "soffritto""). Le Carni (dal "ragù" alla "genovese"), II Pesce (dall' "acqua pazzi' all' "impepata di cozze), Pi-,e e Fritture (dal "casatiello" alla mozzarella in "carrozza"), Ortaggi e Verdure (dai "friarielli" alla "cianfotta") e 1 Dolci e i Menù Festivi (dai "sartù" di riso agli "struffoli'). |
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