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Il museo diocesano di Vallo della lucania |
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(Soprintendenza ai beni ambientali architettonici artistici e storici delle provincie di Avellino e Salerno)
Ci si potrebbe chiedere perché un museo a Vallo della Lucania, i motivi sono molti ed ognuno aggiunge un nuovo interesse all'iniziativa. Comincio dai motivi più semplici, quasi ovvi. Nel Cilento, nell'area che ha in Vallo della Lucania il suo centro di aggregazione maggiore, le opere d'arte sono tante, sono belle, sono testimonianza di una vivavicità culturale presente in ogni epoca, testimonianza di una committenza intelligente ed aggiornata mai considerata finora. Una committenza civile oltre che religiosa, committenza di nobili, padroni e sfruttatori delle terre, ma presenti sul loro territorio con castelli e dimore patrizie, abitazioni ricche e ben arredate. Signori che avevano i propri affari ed il proprio potere politico sul posto, che avevano anche palazzo a Napoli, ma solo per soggiorni saltuari, necessari per gli inevitabili contatti con la capitale, con il centro politico sempre più pressante dal sedicesimo secolo in poi. Certo le opere raccolte dalla committenza civile si sono disperse nel corso dei secoli con più facilità di quelle dovute alla committenza ecclesiatica, per instabilità delle forze politiche, per vicende ereditarie o per esigenze finanziarie. Le opere di proprietà ecclesiatica, nelle parrocchie e nei conventi sono più conservate, per la secolare stabilità della chiesa e per la persistenza delle motivazioni di culto. Vi è poi un motivo pratico per portare queste opere in un museo, molti luoghi dove erano conservate non garantivano sufficiente sicurezza di fronte ai tentativi di furto, condizione peggiorata dopo il terremoto del 23 novembre 1980, molti edifici danneggiati dal sisma sono stati dichiarati inagibili e sono rimasti incustoditi: in seguito, iniziati i lavori di restauro, sono diventati un cantiere; non era proprio possibile lasciare le opere sul pasto. Quando gli edifici saranno restaurati le opere ritorneranno nei luoghi di origine; questa è una caratteristica di tutte le strutture museali create dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici delle province di Avellino e Salerno, a Vallo della Lucania, Paduia, Ravello, Salerno, Montella ed Avellino.
A Vallo della Lucania il museo era già stato programmato dalla diocesi, prima del terremoto; la Soprintendenza lo ha realizzato. Rapidamente è diventato un centro di incontri e di elaborazioni culturali, dotato di un accogliente auditorium, vi si svolgono convegni, dibattiti, visite guidate, ricerche. Un museo è sempre un punto di riferimento, una possibilità di studio in più; dovrebbe essere una dotazione indispensabile in ogni centro o almeno in ogni area che aggreghi diversi centri. A Vallo della Lucania c'è ed ora custodisce autentiche scoperte nella storia dell'arte di questa zona; si ricordino ad esempio i contributi alla conoscenza della pittura del secolo XVI nel Salernitano, grazie alle ricerche svolte dalla Soprintendenza, dalla Università di Napoli e dall'Istituto Universitario Orientale.
Il museo di Vallo della Lucania, con il suo nucleo di opere della Diocesi e con la presenza dinamica di opere in restauro ed in esposizione, non è solo una raccolta, o semplicemente una custodia ed una vetrina di oggetti `belli'; ogni pezzo è studiato ed illustrato al visitatore in rapporto al contesto storico ed ambientale. Si provoca così ricerca storica in diverse direzioni e sicuramente si favorisce l'amore e l'attaccamento degli abitanti alla loro terra ed al loro passato. Condizione e presupposto per ogni azione di tutela di beni culturali. I centri del Cilento sono molto più conservati di quanto si pensi, spesso sono come fermi nel loro lento e difficile sviluppo economico, stretti tra valli e colline di agricoltura oggi povera in confronto alla concentrazione di risorse più intensamente commercializzate in altre zone; sono zone che hanno visto estese fasce di abbandono nei decenni passati dell'emigrazione. Ma proprio nel loro immobile fermarsi, in mancanza di stravolgenti trasformazioni, sono ora, specie i centri più piccoli, preziosa miniera in un sempre maggiore interesse per un turismo culturale che si orienta intelligentemente e privilegia i beni conservati nel loro insieme, non più pezzi isolati, musealizzati astrattamente, né luoghi affollati come la costa dove il turismo provoca congestione peggiore che nelle città, ma ambienti dove un tessuto di rapporti vissuti in un più tranquillo e calmo flusso storico, conserva valori invidiati e sempre più ricercati.
Tutto questo vuole essere il museo di Vallo della Lucania e può esserlo sempre di più all'interno di una politca di tutela e valorizzazione dei beni culturali, di iniziative e di scambi intelligentemente condotti.
Mario De Cunzo |
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