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Plinio il vecchio - il mistero dello scheletro scoperto sulla Marina di Pompei Antica |
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"Prima dell'alba si recava dall'imperatore (visto che anche lui profittava della notte, poi all'incarico che gli era stato affidato. Rientrato a casa, il tempo che gli restava era dedicato nuovamente allo studio. Spesso, d'estate, dopo il pasto, che consumava durante il giorno,
leggero e semplice, alluso antico, si sdraiava al sole e, se ne aveva il tempo, si faceva leggere un libro, prendeva delle note e degli estratti... In viaggio, come liberato da ogni cura, si dedicava solamente al lavoro: gli stava al lato un segretario con un libro e delle tavolette, e
d'inverno difendeva le mani con lunghe maniche, in maniera che l'inclemenza delle stagione non gli rubasse qualche ora allo studio, per questa ragione, anche a Roma, viaggiava sempre in lettiga. Mi ricordo di essere stato ripreso da lui perché andavo a piedi.
<< Potresti >> mi disse «non perdere queste ore», giacché egli considerava perduto ogni istante che non fosse dedicato allo studio"
Plinio il Giovane, Epistole, III 5, 9-i6.
"L immagine di Plinio il Vecchio è per noi moderni indissolubilmente legata alle circostanze straordinarie della sua morte e, più esattamente al racconto largamente retorico che ce rie ha tramandato il nipote in una lettera famosa indirizzata a Tacito (ep. 6, 16) ... il sacrificio eroico consacrava contemporaneamente la filantropia dell'uomo d'azione e lo slancio conoscitivo dello studioso ... certamente, come è stato detto, il racconto del nipote è agiografico e un po' teatrale, laudatio funebris e non cronaca giornalistica, con qualche incoerenza nella descrizione della patologia, alcuni studiosi hanno dissertato, ci sembra oziosamente, d'infarto e apoplessia, negando credibilità al l'intossicazione...°' |
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