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Rituali della Pasqua |
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Dalla presentazione di Antonietta Lembo:
La perfetta commistione tra religiosità e tradizioni popolari è rappresentata, nel Cilento antico, dalle confraternite, associazioni religiose di laici a scopo di culto e, in passato, anche di beneficenza. Le confraternite o congree", come sono dette in loco, ebbero particolare diffusione nel XVI secolo e da allora mantengono in vita il rito immutabile della visita agli Altari della Deposizione, ricordando ed attualizzando l'evento fondatore del Cristianesimo
I cumbratì" (confratellì) partono la mattina del Venerdi Santo, per recarsi in pellegrinaggio nelle chiese dei paesi posizionati alle falde del Monte Stella) il cuore del Cilento), per ritornare, infine, a visitare" la propria chiesa. Vestiti con camice e cappuccio bianchi, "muzzetto" (corta mantella che arriva al gomito) e cingolo colorati, si dispongono in due file precedute dal "crocista", il confratello che reca una grande croce con un gonfalone sul quale sono ricamate o stampate l'immagine del titolare e la data di fondazione. Con grande compostezza, le confraternite compiono nelle chiese visitate tre, cinque o sette giri, cantando gl'inni sacri della religiosità popolare, pregando e battendosi la schiena, disciplina' il momento più suggestivo del rito si vive quando i confratelli innalzano il "Miserere", tratto dal Salmo 51 di Davide e cantato in un latino quasi incomprensibile per I'esecuzione con voce rauca ed intermittente, tipica del canto alla cilenta-na . Gli altri canti, polifonici, vengono eseguiti in italiano con una voce "alta e altre due più basse riecheggianti rli note sorde e suoni vocali che s'accordano all'intonazione del solista, per creare un notevole impatto emotivo sui fedeli e gli spettatori. |
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