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Old Cilento |
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"Un vero viaggio di scoperte non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi" (Freak Antoni): con quest'ottica, a mio avviso ideale, ho "Ietto" il volumetto fotografico di Salvatore Lembo che presenta le più interessanti ed antiche "Fiere del bestiame", il Palio del "ciuccio", i rituali della Settimana santa e le processioni religiose che in vari periodi dell'anno animano i paesi cilentani, altrimenti tristi e desolati. É una vera e propria ricerca antropologica quella svolta dal fotografo Lembo, da sempre impegnato in una contemplazione spasmodica dei momenti da rendere "eterni", per tramandarli ai posteri, in una specie di desiderio inconscio di fare e di fissare la storia, che in un attimo da presente si trasforma in passato, nel documentolfotografia. Agli occhi del fotografo Lembo si presentano una miriade di scene di vita agreste o religiosa e, contemporaneamente, la necessità della selezione, per creare un continuum nel tempo e nello spazio del vissuto cilentano. È un lavoro meticoloso fatto di momenti di attesa paziente e di scelte continue che possono sconvolgere quello che era il progetto iniziale, per creare una nuova esperienza conoscitiva e una nuova identità che dà forme e vita diverse alle immagini. II vissuto cui s'interessa Salvatore Lembo è rappresentato non solo dalle vicende collettive o private, dai pensieri più reconditi o dalle esternazioni quasi teatrali degli uomini cilentani e dagli animali caricati di complessi significati simbolici, ma soprattutto dall'interattività fra organismi e ambiente. L'uomo o il bestiame non potrebbero essere tali in un altro contesto o in un altro tempo; quelle scene, che pur si ripetono da secoli, sono uniche come unico è il momento che la macchina fotografica fissa sulla pellicola. E così quelle fotografie diventano un mezzo di conoscenza e, nel contempo, di esperienza diverso per ogni uomo che le guarda. L'osservatore, perciò, ne dà un'interpretazione soggettiva e si riallaccia alle proprie radici soltanto dopo una ricostruzione nel proprio io dell'identità perduta, per cui l'esperienza conoscitiva è sempre diversa e di numero pari a quello dei fruitori. Per questo motivo, non saranno commentate né analizzate le fotografie che, in quanto documento visivo, si "leggono" da sé ed hanno una vasta gamma d'interpretazioni. Nella società dell'omologazione e della standardizzazione, anche del pensiero umano, si vuole cercare di non creare condizionamenti nell'interpretazione di una forma d'arte, nel nostro caso la fotografia, ma si vuole invitare chi sfoglierà Old Cilento a riflettere ed a soffermarsi sulle origini rurali dell'uomo cilentano, per far crescere più forte e rigogliosa la pianta della memoria, poiché l'uomo senza passato non può avere futuro.
Antonietta Lembo |
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