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Il clan familiare nel Medioevo |
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II clan familiare nel Medioevo è un libro dove la storia sociale del tardo Medioevo sembra ormai aver oltrepassato gli schemi d'una indagine soltanto descrittiva riferita ai gruppi dirigenti, alle caste di commercio, ai nuclei urbani del lavoro e dello scambio organizzato. Siamo di fronte ad una analisi interna dei meccanismi che regolano i processi evolutivi o regressivi d'un tessuto sociale sempre piú teso verso sbocchi diversi di mercato, verso differenti soluzioni di convivenza. Scrive Heers nell'Introduzione: « Lungo tutto il Medioevo la carenza dell'autorità centrale del sovrano o del potere dell'amministrazione comunale nelle città provoca la formazione di gruppi sociali naturali o artificiali e rafforza la potenza di quelli che esistono già. ...L'esistenza dei gruppi sociali s'inserisce dunque in un contesto politico particolare.
Essi appaiono molto attivi quando l'autorità del principe non si è ancora imposta senza limitazioni nei grandi regni; in un'epoca in cui i disordini d'ogni genere, lotte a sfondo politico e perfino conflitti armati all'interno delle città e degli Stati provocano dei tutto naturalmente nuove solidarietà umane. Per tutte queste ragioni, nel Medioevo, i legami sociali si affermano numerosissimi, multiformi, attivi in molti campi differenti e, tutto sommato, assai potenti di fronte allo Stato o all'individuo. L'uomo isolato soffre, estraneo a questi gruppi: di qui nascono senza dubbio i piú gravi disordini sociali, piú particolarmente nelle città in cui le popolazioni sembrano piú instabili, in cui i nuovi venuti, non inquadrati all'interno di gruppi solidali, sono piú numerosi ». |
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