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Scultura Napoletana del settecento |
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E' una rapida ricognizione del cospicuo (pur tra folli dispersioni e rovine) patrimonio della Scultura napoletana del Settecento. Lo scopo è anche quello di tentare una sommaria ricostruzione storico-critica del suo svolgimento: dalle prime manifestazioni protorococò, pur in ambito tardobarocco, fino quasi al decennio francese.
Gli studi, benché in ritardo (molteplici sono le cause) e già ancorati ai nomi del Faraglía, del D'Addosio, del Filangieri, del Ceci, solo in tempi recenti hanno subito notevoli accelerazioni.
Molto resta da indagare; tuttavia, da un canto, vanno rilevate, pur nel costante rapporto con i maggiori centri culturali europei, le differenziazioni tra la componente rococò "locale" di ascendenza vaccariana (Domenico Antonio) e sanmartiniana, e quella aulica e classicistica, sostanzialmente internazionale, cara alla corte o promossa dalla corte; dall'altro, gli accenni ad una vasta e, fors'anche, inedita area di diffusione degli originali napoletani, le cui influenze saranno anche da esaminare.
Sempre più distinta brilla la complessa personalità del Sanmartino, protagonista, di un respiro europeo, dell'intero arco del Settecento napoletano.
Con un'inedita documentazione attinta sia nell'Archivio di Stato di Napoli, sia in alcuni archivi ecclesiastici, con l'apporto di non poche ed inediti monumenti, l'Autore ha inteso dare uno strumento di agile consultazione e di guida per una delle espressioni più qualificanti e prestigiose dell'Arte napoletana del Settecento. |
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