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Le manifatture d'arte di Carlo di Borbone |
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A dare le dimensioni del ruolo di Napoli capitale inserita nel processo filosofico e politico dell'Illuminismo europeo a metà '700, e del progresso economico che lasciavano sperare le riforme introdotte da Carlo di Borbone, basterebbero queste parole scritte da Tanucci allo stesso sovrano appena tre anni dopo la sua partenza per la Spagna: «Oh! quanto è mutato, e quanto va alla giornata mutandosi il paese, e la corte, e quanta è la pena di chi, assuefatto al secolo d'oro, deve vivere in questo, che va a divenire ferro e piombo»
Dunque, secolo d'oro o tempo eroico della dinastia borbonica i 25 anni di Carlo a Napoli. E precisamente a questo periodo è rivolta l'indagine di Franco Strazzullo, che ha voluto evidenziare l'interesse di Carlo di Borbone per le manifatture d'arte, volute non solo come regali hobbies, ma più ancora come libera espressione della sua politica mercantilistica.
La Fabbrica degli arazzi, il Laboratorio delle pietre dure, la Fabbrica della porcellana e le manifatture di cristalli e vetri sono realizzazioni economiche attuate da Carlo di Borbone dopo gli anni difficili della ricostruzione (1735-37), gli anni che videro l'istituzione delle Giunte del Commercio (1735), del Sollievo e della Polizia (1736). Anno di allegra finanza potrebbe definirsi il '37. Napoli si andava abbellendo per le prossime nozze del re con Maria Amalia di Sassonia. Si costruiva il Teatro di San Carlo. II '38 apriva l'era delle fondazioni delle manifatture d'arte: l'Arazzeria nell'ex palazzo del Monte dei poveri sopra S. Carlo alle Mortelle.
Anni di relativa prosperità economica, tanto che Bartolomeo Intieri il 4 marzo dei '38 poteva scrivere: «La città è allegra perché il danaro corre». Con la vasta documentazione attinta nell'Archivio di Stato di Napoli, per lo più inedita, l'Autore ha inteso dare un valido contributo agli studi fioriti quest'anno per la Mostra della «Civiltà del '700 a Napoli», una rassegna che nelle sue diverse articolazioni illustrerà il mecenatismo dei Borboni di Napoli |
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