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Attraverso gli Alburni |
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Il massiccio degli Alburni, lungo circa 23 Km e largo in media circa 10, incominciò ad emergere dalle acque durante l'Eocene medio, raggiungendo i 1.748 m del monte Panormo, ed è delimitato a NE dal Tanagro e a SO dal Calore. Durante l'emersione, durata circa 20 milioni di anni, si instaurò il ciclo carsico che ha disegnato il territorio e ha portato alla formazione delle grotte di Pertosa e di Castelcivita. Nell'altopiano interno il paesaggio è aspro e brullo, rotto da alte scarpate, torri, picchi, creste e altri residui dell'erosione carsica, mentre nelle valli e le pianure circostanti il massiccio e in diverse conche dell'altipiano interno i pendii sono estremamente dolci a lievi dossi e colline ben arrotondate. Il territorio fu abitato fin dalla più remota antichità, come attestano i reperti, fu ricco di ville romane ed è menzionato da Cicerone, Virgilio, Strabone, Lucilio, ecc. Nei secoli medievali sorsero paesi; castelli, chiese e monasteri, in cui ancora si conservano preziose testimonianze artistiche. Ma i tesori più preziosi degli Alburni sono la bellezza dell'ambiente, la salubrità dell'aria, la purezza delle acque, i sapori della cucina tradizionale, l'ospitalità dei suoi abitanti. |
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