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Casa Editrice: Autore/i (a cura di):
Pietro Laveglia Editore   Giovanni Vitolo

Organizzazione dello spazio e comuni rurali (San Pietro di Polla nei secoli XI-XV)



Il Vallo di Diano, così denominato dalla città di Diano (dal 1862 Teggiano) che nel Medioevo ne fu il centro più importante, è una depressione tettonica che si estende, al confine tra la provincia di Salerno e quella di Potenza, ad un'altitudine media di 450 m., per circa 35 km., con larghezza oscillante tra i 2 ed i 6 km. Antico bacino di un lago pleistocenico scomparso per progressivo riempimento con i materiali trasportati dalle acque, è formato da calcari molto fessurati nella parte collinare e montana, e da terreni argillosi e compatti nel fondovalle. Quest'ultimo è percorso dal fiume Tanagro, che fino agli inizi del nostro secolo si impantanava, allagando ampie estensioni di terreno e formando, qua e là, vasti acquitrini. Oggi invece il Vallo di Diano ha l'aspetto di una fertile vallata caratterizzata da una disseminazione di case coloniche, che mostrano la tendenza degli abitati di sommità a discendere a valle lungo i raccordi con le strade che passano ai loro piedi, fino ad oltrepassarle, per dirigersi lentamente verso il centro della valle: tendenza, che costituisce il punto di arrivo degli sforzi che, con alterna fortuna, sono stati fatti dalle comunità locali, a partire dall'età romana, per realizzare un buon equilibrio tra popolamento e territorio. Su di esso hanno pesato, tuttavia, anche le vicende complessive del Mezzogiorno, trovandosi la valle in una posizione di rilievo lungo quel percorso tra Salerno e Reggio Calabria, che è stato fino a tutta l'Età moderna uno dei principali assi viari dell'Italia meridionale. Questa vicenda plurisecolare si coglie assai bene attraverso la storia di un villaggio (definito «casale» nelle fonti medievali), formatosi tra XI e XII secolo a poche centinaia di metri dal castello di Polla, proprio all'imbocco della valle, intorno al monastero di S. Pietro, dal 1086 dipendente dall'abbazia della SS. Trinità di Cava dei Tirreni: villaggio, che subì reiterati saccheggi nel corso degli eventi bellici che interessarono la regione durante i secoli del tardo Medioevo, finché alla fine del Quattrocento non fu abbandonato dai suoi abitanti, i quali si trasferirono in gran parte a Polla, rimanendo poi disabitato fin verso la metà del secolo XVIII. Mentre però spesso dei villaggi abbandonati si conosce poco più del nome, per cui risulta difficile valutare le cause e la portata dell'abbandono, i documenti inediti conservati nell'archivio della Badia di Cava dei Tirreni ci consentono di conoscere, non solo la consistenza demografica del casale e la sua organizzazione amministrativa, ma anche la sua struttura economico-sociale, e quindi di verificare nell'ambito ristretto di una piccola comunità rurale gli effetti della migrazione a breve raggio dalla sua primitiva sede ad un centro fortificato poco distante. L'analisi estremamente ravvicinata del nostro villaggio non ha, tuttavia, impedito di collegare le sue vicende a quelle degli altri centri abitati della valle e di inserirle nel più ampio processo attraverso il quale il Vallo di Diano, per effetto dei disboscamenti e della messa ù coltura di terre marginali, operati nei secoli XII-XIII sotto la spinta dell'incremento demografico, conobbe un progressivo peggioramento delle sue condizioni idro-geologiche e venne acquistando agli inizi dell'Età moderna il tipico assetto demografico ed economico- sociale di tante zone malariche dell'Italia centromeridionale. Questo volumetto è stato pubblicato la prima volta nel 1980, quando era in atto un vivace e appassionato dibattito sul progetto di "Città intercomunale Vallo di Diano", elaborato da Paolo Portoghesi: progetto, nel quale credeva fortemente quella singolare figura di intellettuale e di editore che fu Pietro Laveglia (1906-1985), salernitano di adozione ma originario del Vallo (e precisamente di Monte San Giacomo), il quale volle pubblicare il mio lavoro nella sua "Piccola Biblioteca Laveglia", perché vedeva in esso la dimostrazione del carattere unitario della vicenda del popolamento della valle e quindi il presupposto storico dell'idea di realizzare un raccordo funzionale tra i vari centri abitati che vi si erano venuti formando nel corso dei secoli.

Codice: LAV002
136 Pagine - 2 edizione - anno: 2001


Disponibilità: Media
Prezzo: 7.75 €  



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