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Manuale del perfetto amatore del caffè (da un originale del 1836) - Storie, racconti e ricette |
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dalla presentazione...
Non vi è alcuna intenzione di subordinare i lettori di questo delizioso manuale alla suggestione del caffle-rito e dei primati che ciascun celebrante rivendica per sé, sia arabo o turco, ma soprattutto napoletano.
Il mito della ritualità è prigioniero di tempi e modi d'approccio che richiamano semmai gli eccessi del formalismo britannico per l'ora ics del tè a cui difficilmente si sottrae il turista avido d'inglesismi d'autore, votato al salasso finanziario che lo alleggerisce di non poche sterline allo scoccar delle 5 (per carità non dite 17 al momento di prenotare, ché non usa in quel di Londra e può indurre il telefonista a manipolazioni anti-iettatorie) allorché, in abito serioso, sarà padrone di un posto nella paludata sala del `Ritz'; servito e riverito da impeccabili cerimonieri.
Il caffè è uno stile di vita permanente, un caposaldo delle relazioni umane, un sogno breve di benessere consumato spesso in fretta, una pausa nel ritmo della vita che più volte in uno stesso giorno separagli uomini da ogni realtà stressante e lo libera dalle fatiche del nostro tempo, molto poco compatibili con le vocazioni di gente mediterranea.
Il caffè non si offre, si beve in compagnia e se proprio non c'e un partner abituale di degustazione, uno, a caso, ne fa spontaneamente le veci, gomito a gomito, dinanzi al bancone su cui si allineano con sorprendente rapidità le tazze di pesante porcellana bianca, insostituibile veicolo di aroma, calore e sapore.
Succede a Napoli che se c 'e chi pensa tre volte prima di affrontare il costo di un quotidiano, nessuno esita a sborsare i settanta centesimi o il loro doppio per un espresso da mandar giù con l'amico intercettato lungo il percorso che conduce al bar `che fa il miglior caffè della città Napoli, ma che dico, del mondo... '
Si dovrebbe dire a lungo del nesso che congiunge il vizio delfumo con il quello non meno pertinace del caffè dell analogia con l'uovo e la gallina e il mistero della priorità dell'uno sull altra e cioè se si trangugia la bevanda in quantità abnormi per legittimare quaranta sigarette algiorno o si brucia carta e nicotina per ripristinare gli equilibri energetici con la caffeina.
Si potrebbe raccontare di rigore e depravazione, di effetti collaterali della tazzina aromatica e fumante che sfocia in mille varianti a discapito della purezza come il caffè corretto all anice, al brandy o alla grappa, lo shakerato e il brasiliano, il lungo, il corto e il doppio, il macchiato, con latte. |
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