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I Mamma' e i Papa' |
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Hans Ruesch ha condotto i suoi lettori in Groenlandia con il Paese dalle ombre lunghe, in Arabia con il Paese dalle ombre corte, sui grandi autodromi d'Europa con li numero uno. Questa volta lo scenario di questo romanzo è Napoli, la Napoli delle Am-lire, delle "Lucchi-Stricche", delle "segnorine", degli "off-limits" e dei "Mammà e Papà".
"Mammà e Papà" era il nomignolo che i napoletani avevano dato agli agenti della Military Police alleata; e già in questa familiare e sfottente interpretazione della sigla M.P. appariva scontato l'esito dello scontro fra due mondi e due concezioni diverse della vita. Il puritanesimo di cui i biondi giovanottoni in divisa cachi erano un po' il simbolo e i difensori, si smarrì inesorabilmente fra i vichi e i bassi di Napoli, dove anche al più napoletano dei santi riuscirebbe difficile spartire il bene dal male, i buoni dai cattivi.
Su questo tema fondamentale Ruesch imposta la vicenda colorita e sentimentale del suo romanzo che nella carriera dello scrittore non rappresenta - bisogna dirlo - una divagazione "esotica" bensì un ritorno a casa, a quella Napoli, cioè, dove Ruesch è nato e che egli conosce come solo un napoletano può conoscere la sua città. |
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