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Bentham e Coleridge |
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La traduzione italiana dei saggi Bentham (1838) e Coleridge (1840) viene a colmare un vuoto nella ricostruzione storico-critica del pensiero di John Stuart Mill. In essi trova espressione il fulcro della filosofia milliana: l'attenzione alla dimensione interiore dell'individuo e alle diverse e molteplici direzioni cui portano traettorie esistenziali sempre nuove. L'enfasi di ispirazione romantica sul valore unico e irripetibile della soggettività porta Mill ad andare oltre il paradigma utilitaristico benthamiano, al quale era stato formato, arricchendolo di una rappresentazione della natura umana articolata e complessa.
A partire da questa mutata prospettiva, la riflessione etico-politica di Mill apre la teoria liberale a una più marcata connotazione etica della libertà: questa non è più da intendersi unicamente al negativo, come libertà dalle restrizioni imposte dallo Stato, ma come possibilità di autore alizzazione soggettiva che l'istituzione politica deve favorire. |
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