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Falsi giornalistici - finti scoop e bufale quotidiane |
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Una suora bosniaca che, violentata, non ha voluto abortire e si appresta ad essere ricevuta dal Papa con il suo bambino. Una clinica nella quale, a pagamento, si può fare una cura del sonno sognando solo ciò che si desidera. Una bella ragazza di colore che fa l'amore con tutti gli uomini che conosce per trasmettere loro l'Aids. Una missione umanitaria ita-liana che aiuta a fuggire dal Ruanda, devastato dalla guerra, calciatori tutsi che erano stati costretti dai nemici che li avevano tenuti prigionieri, a giocare al calcio con la testa del loro allenatore. Un manoscritto in cirillico che rivela le miserie della Russia post sovietica. I successi strepitosi di una commissiona-ria di borsa. Qual'è il legame che uni-sce queste notizie, pubblicate dai quoti-diani italiani negli ultimi anni, che hanno calamitato l'attenzione dei lettori, hanno commosso o acceso speranze, hanno fatto rabbrividire di paura o di orrore, hanno rafforzato o creato convincimenti? Il fatto che esse sono totalmente false. Alcune si sono più o meno casualmente insinuate nei computer delle redazioni, alluvionate di continuo da un'infinità di dispacci di agenzia, comunicati, dichia-razioni, documenti, sintesi di studi, inda-gini ecc., la cui attendibilità i redattori hanno sempre meno la possibilità di verificare, altre sono state deliberata-mente fatte pervenire a questo o quel quotidiano perché, pubblicandole, la sua credibilità subisse duri colpi, oppure per utilizzare il giornale come strumento per calunniare o mettere in difficoltà qual-cuno. Altre, ancora, sono state costruite all'interno del giornale stesso, per con-sentire o al quotidiano o a qualcuno che in esso operava di trarre dalla loro dif-fusione vantaggi del tipo più vario: la notorietà per il cronista sconosciuto, la dimostrazione dell'infallibilità della sua personale visione del mondo per il cari-smatico direttore, sostanziose entrate sottobanco per il redattore economico. |
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