LiberAmente.biz

e-mail
Catalogo
 

Casa Editrice: Autore/i (a cura di):
Guariglia Linotipografia   Pietro Cantalupo

ACROPOLIS



Questo libro, che non è e non vuol essere la "Storia di Agropoli'; è certamente il primo lavoro che cerca di affrontare organicamente il problema delle origini della cittadina e ne riesamina criticamente le vicende più antiche. Esso non ha nessuna pretesa di completezza e, come si evidenzia nel sottotitolo, nemmeno aspira a fornire un quadro esauriente dei fatti, dei luoghi e delle circostanze attinenti alla più estesa regione cilentana. L'intento primario dell'opera è quello dí lumeggiare gli avvenimenti storici di Agropoli, inserendoli, per quanto è possibile, in una prospettiva più ampia e, nel contempo, di emendare errori, incongruenze ed inesattezze, che la storiografia sul Cilento ripropone ormai da tempo. Ecco le ragioni per cui, soprattutto per l'età medioevale, il discorso si allargherà sovente a trattare delle aree limitrofe al territorio di Agropoli. È noto che la storia della cittadina inizia "ufficialmente" nel VI secolo d. C., in quanto il primo documento che ne fa menzione è una lettera del 592, inviata da papa S. Gregorio Magno a Felice, vescovo ad Agropoli; al di là di questa data c'è il buio più completo. Autori vecchi, recenti e recentissimi, niella convinzione che il toponimo della cittadina sia greco-antico, non si sa per quale miracolo conservato fino a noi, ne hanno messo in relazione l'origine con i coloni greci di Paestum, avanzando ipotesi non suffragate ne da prove né da convincenti dimostrazioni. Già nel Settecento il Pacichelli, l'Antoníni ed il Mazocchi, ripigliando un'opinione, forse, seicentesca, attribuivano la fondazione di Agropoli ai Greci insediatisi anticamente sulle nostre coste, ma una sostanziale carenza di testimonianze inficiava le loro affermazioni e dava, nell'Ottocento, un giustificato motivo al Lenormant per mostrarsi scettico a tale riguardo. Quanto fu detto poi dagli autori che seguirono non mutò virgola fra i termini del problema. Solo in epoca recente si sono acquisiti su Agropoli degli indizi archeologici atti a far ritenere antica la presenza dell'uomo nel sito; è mancata però la debita cautela nel valutarli, per cui sono stati portati a sostegno di idee preconcette e di sconcertanti asserzioni. Quando nel 1966 Domenico Mustilli, ordinario di Archeologia presso l'Università degli Studi in Napoli, mi incaricò di svolgere la tesi di laurea sul tema: AGROPOLI E IL SUO TERRITORIO NELL'ANTICHITÀ, non disponevone di consistenti dati archeologici né di fonti letterarie antiche che facessero esplicito riferimento alla cittadina. Le mie indagini pertanto, nella convinzione che il suo originario nucleo abitato rimontasse almeno all'età romana, furono guidate da un solo indizio: la persistente tradizione popolare che vuole sia approdato ad Agropoli l'apostolo S. Paolo nel corso del suo viaggio da Reggio a Pozzuoli. Il racconto infatti, indipendentemente dalla sua veridicità, mostrava di essersi formata tra il III ed il IV secolo d. C. in ambiente locale e presupponeva ivi l'esistenza di un insediamento umano risalente quanto meno al l secolo d. C.. Le ricerche in tal senso andarono oltre ogni sperabile aspettativa e nel 1968, allorché discussi in sede di laurea la predetta tesi, potei già segnalare una serie di dati archeologici di enorme interesse: innanzitutto l'esistenza di un villaggio di epoca romana lungo il litorale di S. Marco di Agropoli, in secondo luogo la prova "concreta" della presenza di un antico edificio di culto sul promontorio della cittadina, in terzo luogo le tracce di un approdo di epoca greca in località Saùco, nei pressi di Punta Tresino, e poi altre testimonianze antiche delle quali diremo. Comunque solo a partire dal 1975, con la nascita del GRUPPO ARCHEOLOGICO "AGROPOLl". da me voluto e diretto con l'ausilio della competenza archeologica dell'amico dott. Antonio Capano, si sono potuti acquisire ed organizzare malti dati scientifici, nonché recuperare sia nel terreno che sul fondo del mare innumerevoli reperti antichi. Essi oggi sono raccolti - purtroppo solo parzialmente - nel locale ANTIQUARIUM, frutto di una lunga ed ostinata battaglia, impegnata dal nostro Gruppo, sostenuta dai membri del ConsigIio comunale di Agropoli come dalla cittadinanza tutta e portata a buon fine dal Sindaco, a vv. Guido Ma urano, e dall'amico geom. Nicola Carola. É giusto ricordare qui anche alcuni dei soci del G. A. A. che hanno in particolar modo concorso sia al recupero dei materiali sia alla realizzazione dell'Antiquarium: Diego Claudio Di Paola, Ezio Casale, Franco Castelnuovo, il rag. Francesco Garofalo, Giovanni Grattacaso, Antonio Cortazzo, il dott. Michele Cantalupo, gli studenti: Domenico Voso, Flaminia Arcuri, Pietro Raddi, Lucia Pia Lomonaco, Piero Marra, Bartolomeo di Bartolomeo, Antonio e Lello Cianfrone, Claudia Narducci e Luigi Voso, l'avv. Erasmo Picilli, Mattia Turco, Domenico e Vincenzo Rizzo, Vincenzo Lopardi, il rag. Giovanni Nastro, il dott. Attilio Maurano, la prof.ssa Pina Guida, l'arch. Pasquale Abbruzzese, il dott. Isidoro Pacifico, Orazio Moretto, l'avv. Gaetano Cantalupo, il maestro Alberto Vitolo, il prof. Paolo Serra, l'ing. Srlvio Russo, il geom. Lorenzo Marino, il geom. FIongi De Feo, l'ex maresc. mar. Agostino Di Bartolomeo, l'avv. Nicola Monzo, il prof. Francesco Cianfrone, il dott. Francesco Musto, Nicola Nigro, Corrado e Mario Sarnicola, Gaetano Guariglia, l'ex maresc. CC. Michele Nigro, Umberto Costa, Pietro Cirillo, Carmine Clematide, il dott. Luigi Crispino, Nunzio Sarnicola, il dott. Raffaele Carola, padre Raffaele Saturno, Giuseppe Vessicchio e Giovanni Vitolo. Agropoli, giugno 1979 (.. dalla premessa di Piero Cantalupo).

Codice: GUA001
- anno: 1981


Disponibilità: Media
richiedi



 Back © LiberAmente, un’idea Felitto.Net Pagina aggiornata il