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Cilento antico (Giochi filastrocche formule magiche) |
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Questa ricerca raccoglie quanto di latente, sotterraneo e perciò stesso vivo ed attuale contengono le formule magiche, i cunti, le ninne nanne, gli scongiuri, i giochi dell'antico Cilento e ci si ritrova in presenza di una serie di espressioni culturali che restituiscono secoli della storia e della vita delle collettività contadine, del vivere quotidiano della gente e del reticolo di valori che lo sostengono.
Il materiale qui raccolto consente un'«esplorazione» in una realtà rurale culturalmente povera c dalla vita fragile c precaria come quella cilentana, dove ricorrere alle formule magiche per chiedere qualsiasi cosa era pratica di ogni giorno e in questo libro ne vengono pubblicate --- per la prima volta - alcune. dove non troviamo solo la poesia e l'interesse antropologico ma anche is denunzia sociale c la speranza civile.
L'atteggiamento della cultura dominante c stato sempre di lontananza e di superficialità di fronte alle forme culturali (lei mondo popolate e subalterno. Ma anche gli strati popolari e subalterni sono entrati nella storia e nella cultura portandosi le loro abitudini, te credenze, le ingenuità fideistiche e la speranza nell'invocazione e nel potere delle parole di far scomparire i malanni. Questa ricerca etnografica vuol contribuire a far comprendere questi fatti e c'e tutta un'umanità in movimento. nei confronti della quale bisogna cominciare ad intendere le sue espressioni non scritte e capire il « primitivo» di gente che con il dolore e la dura fatica di ogni giorno, ha un'angoscia sempre annidata nell'anima e prorompe davanti alle forze e all'ostilità della natura per scongiurare il maltempo, i tuoni, il malocchio. l'invidia, il dolore (lei corpo e delle ossa, la solitudine della vita e i momenti critici dell'amore.
Sono forrnule ed espressioni che nascono nelle campagne e nei paesi dove vive gente abbandonata ed isolata. L'esistenza è caratterizzata dalla precarietà e dalla mancanza (lei beni più indispensbili, quali la salute c i mezzi di sussistenza economica e materiale, e pertanto la paura dell'invidia (desiderare quello che non si ha. temere per i propri beni: i figli. il grano, la salute cd altro), dello sguardo invidioso e delle parole di lode e di ammirazione è un tentativo di difesa e di protezione.
Il libro è anche un documento della creatività e dell'espressività delle classi popolari che erano in grado di inventare giochi per allietare la vita, la crescita e le sofferenze dei più piccoli e lo facevano con poche cose. Chi, nell'era dei videogiochi, potrà conoscere e praticare quegli ingenui giochi infantili di una volta che avevano anche uno scopo didattico perchè la gestualità era finalizzata ad insegnare i movimenti necessari alla crescita di-un bambino sano e senza aver bisogno di medici.
Ma anche nei giochi viene denunziata la miserrima condizione economica e la fame per soddisfare la quale si arriva a consigliare finanche il furto. Giochi poveri, dunque. perché fatti da poveri c con poche cose, ma nei quali la velocità del gesto. delle mani e dei piedi erano elementi fondamentali per «vincere».
II materiale presentato in questo libro documenta il patrimonio culturale ed espressivo del Cilento antico, un patrimonio che le nuove generazioni non possono e non devono ignorare per capire c per conoscere meglio se stessi, perché il futuro ha sempre un cuore antico e solo conoscendo il passato possiamo trovare la forza e la determinazione per andare avanti nell'emancipazione economica e sociale della nostra terra e della sua gente. |
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