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LA COPPOLA DI DON CICCILLO ED ALTRE STORIELLE PESTANE |
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L'opera del capaccese Vincenzo Rubini, scritta con "invidiabile spirito giovanile", è capace di regalare una lettura insolita, ricca di accenti e plurima di storie. La storia locale, rivisitata nello stile più ameno, rivela nomi, fatti, luoghi, con sapiente maestrìa; sostenuta da una liricità interstiziale che a tratti è poesia. Una vita normale cercata in una terra violenta e violentata; una speranza di rinascita, pur nel timore che le cose non cambino. La narrazione si stempera davanti ad un "focolare ideale", mantenendo l'ascoltatore in suspense, bisognoso di sapere come andrà a finire. La ricerca di una terminologia estetizzante - come dice il curatore dell'opera, Domenico Tanza - frequentemente appare finalizzata a creare delicate e dolci immagini... pittoreschi quadretti di vita reale. Continua Tanza "... bisogna evidenziare nella prima parte, la scrupolosità con la quale il Rubini entra in contatto con i documenti da analizzare"
Indubbiamente ha un modo unico e 'geniale' di trattare la storia locale: "non più solo rigorosa ed arida disciplina scientifica, ma anche pretesto poetico e narrativo, il cui obiettivo non è quello di scrivere la storia quanto quella di raccontarla e conservarla, proprio come il vecchio accanto al focolare".
L'iniziativa di riprendere un lavoro così importante è da accreditarsi al coraggio dei membri dell'Associazione intitolata a Vincenzo Rubini, che pongono le basi per uno sviluppo culturale: un ritorno alla "terra delle rose", come diceva Sinisgalli, ove il profumo è di nuovo esalato dalle coscienze che si preoccupano dei bene della comunità capaccese e la sdoganano da ipoteche storiche recenti; pesanti per una comunità così ricca di "magma spirituale".
L'editore |
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