| | Fu Benedetto Croce a volere, nel 1948, uno stabilimento tipografico a Napoli per la stampa di un quotidiano che fosse alfiere di idee liberali e della rinascita del Mezzogiorno. Al fianco di Croce vi furono uomini di grande impegno culturale, come Alfredo Parente, Gino Doria, Fausto Nicolini, Pablo Neruda e, più vicino a noi, Domenico Rea, autore di Spaccanapoli, la strada greco-romana dove in un antico palazzo cinquecentesco ha sede l'Arte Tipografica; vi furono uomini politici, dal liberale Giovanni Malagodi al comunista Palmiro Togliatti; i maggiori esponenti dell'imprenditoria meridionale del tempo, da Quinto Quintieri a Tommaso Astarita.
Il tecnico cui venne affidata la direzione dell'azienda, Angelo Rossi, fu individuato da due personaggi attenti come pochi altri al mondo della tipografia: Riccardo Ricciardi, editore raffinato e Benedetto Croce, autore tra i più esigenti che siano mai esistiti.
Quando, nel 1954, cessò la pubblicazione "Il Giornale", l'impegno dell'azienda tipografica si concentrò soprattutto nell'editoria libraria, annoverando tra i propri clienti, per citarne solo alcuni, editori come Ricciardi, Macchiaroli, Istituto Italiano per gli Studi Storici, il Mulino, Bibliopolis, e Enti come il Banco di Napoli, la Società del Risanamento, l'Italsider.
Nel 1972 Angelo Rossi junior e il fratello Ruggero rilevarono l'Azienda sostituendo macchinari e integrandola con impianti di fotocomposizione e stampa litografica. Oggi l'Arte Tipografica ha una capacità produttiva giornaliera di 1000 pagine per una tiratura media di 1000 copie.
Per tanto l'Arte Tipografica è una realtà industriale che conserva nella sua produzione uno stile artigianale attento alla scelta della carta, alla raffinatezza del paginato e alla eleganza del volume stesso. | |
