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Casa Editrice: Autore/i (a cura di):
ENTE ANTICHITA' e MONUMENTI PROVINCIA di SALERNO   Salvatore Aurigemma
Amedeo Maiuri
Vittorio Spinazzola

I PRIMI SCAVI DI PAESTUM (1907-1939)



Questa raccolta di scritti su Paestum ha una storia singolare, che vale la pena di essere raccontata. Il prof. Venturino Panebianco, poco prima di morire (settembre 1980), mi consegnò una busta contenente cinque sedicesimi già composti ed impaginati, pregandonni di volerli un giorno pubblicare, perché erano nel cassetto della sua scrivania da troppo tempo e sentiva la responsabilità del ritardo di urna vicenda editoriale che si trascinava da circa mezzo secolo. In realtà il curo prof. Punebianco aveva concepito un progetto interessante che doveva portare alla pubblicazione di tipi voltarle intitolato "Studi Lucani'; nel quale sarebbero apparse, con altri contributi, le relazioni degli scavi eseguiti a Paestum dagli inizi del secolo fino alla fine degli anni '50. Paradossalmente un importavate estratto di quel volume, quello relativo all'articolo di Bruno d Agostino su "1 tre templi maggiori di Poseidonia "(vale a dire la tesi di laurea di questo studioso) fu stampato anticipatamente ed è entrato nella bibliografia conte estratto di una raccolta miscellanea che non è mai apparsa. Varie difficoltà burocratiche ed amministrative lo hanno impedito e non è il caso di ripercorrente qui le vicende. Il primo nucleo del voltine è dato dal testo di una conferenza che Vìttorio Spinazzola tenne in diverse occasioni, per illustrare, con giustificato orgoglio, ì risultati delle prime campagne di scavo in assoluto, condotte nella città antica, a partire dal 20 aprile 1907. Il testo della conferenza, secondo le intenzioni dello studioso, doveva diventare parte di uri libro, contesi apprende dalle note che S. Aurigemma, genero dello Spinazzola, ha scritto conte premessa; il progitto non fit, tuttavia, portato a termìne. Note introduttive e testo dello Spinazzola furono consegnale al Panebianco dall'Aurigemma, poco prima che quest'ultimo venisse a mancare. Dal 1929 al 1939 le attività di scavo a Paestum vennero condotte sotto la direzione di A. Maiuri, che al fidò per lungo tempo la responsabilità del cantiere pestano ad A. Marzullo, Presidente della Commissione Archeologica e Monumentale per la Provincia di Salerno (oggi Ente per le Antichità e i Monumenti della Provincia di Salerno). Maiuri prornise ci Panebianco un testo di sintesi sui dieci anni di attività di scavo a Paestum e mantenne la promessa, consegnando al suo vecchio alunno la relazione pochi giorni prima di morire. Da quel momento sono passati oltre vent'armi; il testo, rirnasio a lungo allo stato di sole bozze di stampa, vede finalmente la luce, grazie all'iniziativa presa dall'avv. Girolamo Bottiglieri Commissario dell'Ente per le Antichita e i Monumenti della Provincia di Salerno ed alle cure di Carlo Samaritani, che regge la Direzione dei Musei Provinciali salernitani con ammirabile impegno, dal giorno della scomparsa di V. Panebianco. Anch'io, avendo tra le mani testi dell'importanza di quelli che qui si pubblicano, avevo concepito con l'arch. Theodorescu e con la prof.ssa Maria Sestieri Bertarelli un disegno più ambizioso, quali- quello di completare il volume con le relazioni degli scavi di P.C. Sestieri e di M. Napoli. Abbiamo preferito, tuttavia, non ritardare ulteriormente la pubblicazione dei testi di Spinazzola, Aurigemma e Maiuri, riservandoci. l'impegno di pubblicare in un prossimo volume i rendiconti degli scavi Sestieri e Napoli, per produrre tutta la documentazione reperibile e cercare di stabilire una linea continua fino al momento in cui abbiamo cominciato lo studio della pianta urbana e dell'edilizia monumentale pestana (v. E. Greco - D. Theodorescii, Poseidonia-Paestum I, Ropita 1980, II, Ruina 1983; il III volume, pii corso di stampa, apparirà alla fine del 1986). Leggere oggi le pagine di Vitiurio Spinazzola e di Amedeo Maiuri sugli scavi di Paestum negli anni dal 1907 u1 1939 è occasione non retorica di provare una grande emozione. Sarebbe ingiusto e scorretto so f fermarsi su tutti gli elementi di dissonanza che noi possiamo avere oggi rispetto alle interpretazioni che questi studiosi davano dei problemi urbanistici, architettonici, di lefura di epigrafi (celebre il Chirone divenuto Poseidone di pag. 19 e poi tornato ad essere Chirone, grazie a M. Guarducci in Ai-eh, Class., XVI, 1964, pp. 138-139) ma non possiamo dimenticare la riconoscenza che dobbiamo a Vittorio Spinazzola, Amedeo Maiuri, Antonio Marzullo (e poi a Pellegrino Claudio Sestieri e Mario Napoli) quanto a promozione di scavi, ricerche, proposizione di problemi, dai quali garriamo e con i quali ci misuriamo continuamente, nel corso della nostra ricerca sulla topografia e la storia di Poseidonia-Paestum. Non si può non restare ammirati di fronte alla presentazione del progetto di Spinazzola, per esempio, che decise di avviare una serie di campagne di scavo, per comprendere il contesto urbano nel quale si trovavano i templi, togliendoli al loro umiliante isolamento, così come non si può non restare im-ressionati di fronte ad alcune annotazioni di Maturi, ricche di acume e di quell'intuito topografico per il quale lo studioso era celebre. Le pagine che seguono hanno importanza per chi si occupi di Paestum, ne voglia continuare a studiare la storia urbana e monumentale e ne ubbia a cuore le sorti; esse hanno, però, soprattutto un grande valore documeniario nel mostrare lo stato della città antica nel momento in cui si intrapresero le prime ricerche, nel tradire l'entusiasmo per i progetti (senza i quali uno studioso non può vivere) ma anche l'organizzazione di questi grandi scavi che testimoniano un modo di fare archeologia che è sparito persempre, insieme alla società di cui esso era espressione. Noi siamo fermamente convinti che esse contribuiranno utilmente a ripercorrere la sturi a moderna della ricerca archeologica poseidoniate, nel momento in cui una delle più belle e ricche aree archeologiche di Europa versa in condizioni miserande e mentre ogni ritardo con cui si voglia affrontare un "progetto Paestum" diventa sempre píìí grande e preoccupante segno di irresponsabilità.

Codice: EAM001
80 Pagine - anno: 1986


Disponibilità: Media
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