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Padre Clemente Tomay da Postiglione Confessore di Padre Pio |
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Dove padre Clemente andava, per le vie del mondo, era Postiglione che andava con lui.
Aveva lasciato, difatti secondo la tradizione cappuccina, il cognome di famiglia Tomay, e firmava gli atti ufficiali e le lettere - quasi sigla - Padre Clemente da Postiglione.
Felice abbinamento!
E non si sa, in verità, chi se ne avvantaggiasse di più - che l'uno onorava l'altro - se l'uomo di Dio, debole nella carne ma forte, come l'Alburno, nello spirito o il Borgo montanaro, fatto di gente forte e laboriosa, che onora in Italia le professioni e la cultura.
Oggi, con la celebrazione venticinquennale della morte, padre Clemente ritorna, per così dire, alle pendici degli Alburni - che resta per me la più bella montagna del Salernitano - e Postiglione se ne riappropria, siccome egli resta uno dei suoi figli migliori, sublimato nell'intimità di Padre Pio.
Bene fecero, dunque, i postiglionesi a promuovere la scultura che tramanda nella pietra l'abbraccio del figlio degli Alburni al crocifisso del Gargano, che si ammira davanti la chiesa della SS.ma Annunziata.
A questo, figlio umile e santo - e auspico al ritorno delle spoglie nella sua Terra - oggi, Postíglione, onorata e commossa plaude. |
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