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360° A Nord - Est (Viaggio di un alchimista solitario) |
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(..dalla prefazione..) - Legambiente
Può sembrare strano che un'associazione ambientalista promuova l'edizione di un'opera di parole ed immagini, che non e legata strettamente alla questione ecologica, ma è unicamente la testimonianza dei sentimenti di oggi di un artista, o meglio ancora di un uomo che ha scelto da tempo lo stato difficile di sentirsi e definirsi artista.
Noi non saremmo in grado oltretutto di giudicare la qualità di queste parole e di queste immagini, non è il nostro compito.
L'autore del resto non ha bisogno d'una presentazione, dal momento che la sua attività è ben nota ed ha già avuto numerosi e significativi riconoscimenti.
Avremmo potuto ricavare dal testo spunti notevoli per equilibrismi incredibili a giustificare il nostro intervento: Paestum, Velia, Moio ed il Cilento, le suggestioni della costiera amalfitana, Salerno e la città dalla vita difficile, la volpe morta ed il linguaggio degli animali, il massacro delle seconde case a dispetto dei mari e delle pinete.
Acque (inquinate) in cui il pesce ecologista nuota agevolmente.
Oppure avremmo potuto richiamare, riassorbendole in chiave elegantemente masochista, le tante righe in cui si fa riferimento agli intellettuali alla moda e salottieri, ai professionisti palabratici dei beni culturali, agli agrituristi poco agro e molto turisti e così via.
Ci interessava invece un'altra cosa. I nostri giorni di ambientalisti trascorrono nella denuncia continua, inevitabile di fronte a fatti che altrove potrebbero solo servire per la sceneggiatura del Padrino parte venticinquesima. In questi stessi giorni cerchiamo, quando ci e possibile, di accompagnare al momento della denuncia quello della proposta alternativa e positiva.
Rivisitare l'ambiente e la sua storia attraverso le parole e le immagini di un uomo-artista, che in quell'ambiente ed in quella storia ha pro fonde radici ci è sembrato innanzitutto un'occasione per un piacevole e finalmente irresponsabile riposo e poi un modo diverso e originale di vivere il nostro impegno.
Ad un certo punto del testo una macchia dell'inchiostro di Sergio Vecchio cade su un gatto, accolto per scacciare i serpenti dal giardino di casa. Ma il gatto rincorre altre prede e mette il naso negli a f fari del suo ospite, annusa i1 suo bicchiere di vino.
Forse, al di là delle chiacchiere, abbiamo fatto anche noi un po'così: siamo stati accolti da Sergio, che ci ha affidato il suo ultimo lavoro, e non abbiamo cerro allontanato i serpenti dal suo angolo di verde. Perla verità non potevamo, ci sentiamo già abbastanza insu f f icienti nel tentativo di contrastare i nostri serpenti, quelli che strisciano ovunque nell'ultimo verde salernitano.
Nello stesso tempo abbiamo pure noi messo il naso negli affari di Sergio e nel suo bicchiere di vino. Possiamo allora fare il verso ad uno slogan accattivante della protesta giovane di questi giorni, che parla di felini-pantere e di identità; e tornare, sempre felini, ma più domestici, al giardino di Sergio e al nostro.
Il gatto siamo noi. |
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