| | Domenico Romanelli nacque a Fossacesia, presso Lanciano,
negli Abruzzi, nel 1756. Studiò al seminario di Chieti, prendendo gli
ordini sacerdotali (ai quali l'aveva destinato la famiglia), senza
però mostrare molto entusiasmo. Si appassionò invece alle ricerche
archeologiche e allo studio degli antichi monumenti, di cui il Regno di Napoli abbondava. Nel 1805 pubblicò la sua prima opera, Scoverte patrie di Città distrutte e di altre antichità nella regione Frentana. L'arcivescovo di Taranto (Mons. Giuseppe Capecelatro, dapprima membro del Consiglio di Stato, organismo istituito all'arrivo dei Francesi, e poi dal 1808 al 1809 ministro dell'interno del governo di Murat) lo prese a benvolere, e gli affidò nel 1806 la direzione di una nuova biblioteca da lui fondata per le necessità governative, la "Biblioteca dei Ministri". Qui Romanelli poté dedicarsi (fino alla morte, avvenuta a Napoli nel 1819) alla sua passione per le antichità, e raccolse parecchio materiale per le sue pubblicazioni. | |
