| | CARLO BERNARI (Napoli 1909-1992), pseudonimo di Carlo Bernard, nasce da una famiglia emigrata dalla Francia durante il periodo napoleonico che vide Murat a Napoli. Espulso da tutte le scuole del regno per il suo temperamento precocemente ribelle, fu autodidatta e lettore avido e disordinato. Tra i caffè letterari, le case degli intellettuali e le redazioni dei giornali, avvenne la sua formazione di scrittore e di antifascista. Nel 1934 Zavattini inaugurò la collana di narrativa affidatagli da Rizzoli con il romanzo di Bernari Tre operai, divenuto uno dei capisaldi della letteratura del Novecento. Seguirono: Quasi un secolo (1940), Tre casi sospetti (1946), Napoli pace e guerra (1946), Prologo alle tenebre (1947), Speranzella (1949), Vesuvio e pane (1952), Domani e poi domani (1957), Il gigante Cina (1957), Amore amaro (1958), Bibbia napoletana (1960), Era l'anno del sole quieto (1964), Per cause imprecisate (1965), Le radiose giornate (1969), Un foro nel parabrezza (1971), Non gettate via la scala (1973), Tanto la rivoluzione non scoppierà (1976), 26 cose in versi (1977), Napoli silenzio e grida (1977), Il tempo degli assassini (1980), Il grande letto (1988). Giornalista, poeta, saggista e romanziere, Bernari partecipò alla sceneggiatura del film Le quattro giornate di Napoli, diretto da Nanni Loy, mentre i romanzi Tre operai e Un foro nel parabrezza venivano sceneggiati a loro volta per la RAI. Nel 1974 da Amore amaro Florestano Vancini trasse il film omonimo, interpretato da Lisa Gastoni. Tra i premi letterari conseguiti: il Viareggio (1950), il Salento (1953), il Villa S. Giovanni (1976). | |
